Dott.ssa Claudia Colombo

"Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio. Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra. Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede"

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Emergenza CoVID-19 - In questo momento particolare, con il fine di dare il nostro contributo, offriamo la possibilità di fissare colloqui utilizzando la modalità online a distanza (Zoom, TeamLink, Skype).
CHI SONO

Dott.ssa Claudia Colombo

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

Sono la Dott.ssa Claudia Colombo, nata a Polla (SA) il 16/12/1986. Sono laureata in Psicologia dell’età evolutiva presso l'Università degli studi di Roma "Sapienza" e specializzata in Psicoterapia Funzionale presso la SEF, Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale, sede di Napoli. Vice presidente di "Aliah Associazione per il benessere psicofisico e sociale", operante nel territorio della provincia di Salerno, in particolare il Vallo di Diano.
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Ho prestato servizio e offerto sostegno psicologico presso svariati CAS, centri di accoglienza straordinaria, della provincia di Salerno, portandomi ad accrescere la mia esperienza anche nel campo dell'immigrazione. Amante, da sempre, anche dello sport e del fitness, sono inoltre un'istruttrice e mental trainer sportivo. La mia scelta universitaria e la passione per tutto ciò che è benessere, ha fatto sì che mi interessassi sempre di più alla Persona nella sua interezza. Credo fortemente che essere psicologi e psicoterapeuti non significhi solo avere un bagaglio teorico o una cassetta degli attrezzi cui attingere in caso di bisogno, ma significa poter per primi abbracciare la vita e tutto ciò che questa comporta ed è questo che mi piace trasmettere agli altri.

FORMAZIONE +

Aprile 2020: Specializzazione in Psicoterapia Funzionale presso la SEF Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale, sede di Napoli;

Laurea Magistrale in “Intervento e modelli psicologici nello sviluppo” conseguita in data 10.12.2012 presso la facoltà di Medicina e Psicologia dell'Università Sapienza di Roma;

Laurea Triennale in “Scienze e tecniche psicologiche dello sviluppo e della salute in età evolutiva” conseguita in data 16.12.2009 presso la facoltà di Psicologia dell'Università Sapienza di Roma;

Formazione professionale Icotea in Mediazione culturale e interculturale dal 21.02.2018;

Tirocinio formativo (2017- 2019) presso la comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati, cooperativa Prometeo82 di Salerno;

Dal 4.05.2015 al 3.05.2016 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE - Progetto “Laboratorio H 2013” Presso Università degli Studi di Salerno - Ufficio diritto allo studio: Accompagnamento e assistenza ai disabili;

Tirocinio Formativo Post-lauream magistrale (un anno) presso Centro La Tenda ONLUS Salerno a sostegno di ragazzi provenienti da ambienti disagiati;

Master in Psicologia dello Sport e Mental Training (Psicologia dello sport, respirazione e rilassamento, tecniche di Mental Training, psicologia dei gruppi, nutrizione, coatching, sport paralimpico) con Psymedisport Group, anno 2012;

Tirocinio formativo Pre-lauream di Psicologia (6 mesi), da settembre 2008 a marzo 2009 presso Centro di Ascolto e Accoglienza per gli Italiani della Caritas di Roma: Assistenza e sostegno ai senza fissa dimora;

A.A 1999/2000 ad A.A 2004/2005 Diploma d’Istruzione Superiore presso Liceo Linguistico di Teggiano “Pomponio Leto” (SA): Acquisizione delle lingue straniere (inglese, francese, tedesco);

Da settembre 2007 a Maggio 2008 ERASMUS presso” L’Eberhard Karls Universitaet” di TUEBINGEN IN Germania: Acquisizione della lingua straniera tedesco;

Agosto 2004 Presso ECKERSLEY SCHOOL OF ENGLISH” DI OXFORD - Progetto scolastico “Project Work": Acquisizione della lingua straniera inglese;

Anno 2003: Diploma DELF: Acquisizione della lingua straniera francese;

RELAZIONI AD EVENTI: 11.10.2018 Relatrice con la relazione “Immaginazione e continuitià positiva. Ricostruire il proprio bagaglio di capacità con la Psicoterapia Funzionale”, presso I.I.S Pomponio Leto di Teggiano - Settimana del benessere Psicologico 2018;

01.12.2017 Relatrice all’evento “La sfida dell’incontro” con la relazione: “Accoglienza, immigrazione e donne vittime di tratta, presso Associazione Amici di Padula (SA)- Sportello d’ascolto Mai Soli;

08.11. 2017 Relatrice con la relazione: “Chi è l’altro?” presso I.I.S. Pomponio Leto di Teggiano (SA) - Settimana del benessere Psicologico 2017;

8 novembre 2016 Teggiano(SA) - Settimana del benessere psicologico 2016 - Ordine degli Psicologi della Campania. Referente e Organizzatrice del convegno “Cambia...mente. Nessuno può restare se stesso senza cambiare”, Relazione:" Resistenza emotiva e paura del cambiamento”;

Aprile 2016 Festa dell’Infanzia- Teggiano (SA) Relatrice con Relazione “Abil-mente: danza integrata e corporetità”

Dott.ssa Claudia Colombo Psicologa Psicoterapeuta
IL MIO APPROCCIO
Il modello teorico di riferimento si basa sull’ approccio della Psicologia Funzionale. Il Neo Funzionalismo nasce sulla pratica clinica e sulla ricerca operativa sull’infanzia e ha evidenziato negli anni definitivamente come i concetti di corpo e mente siano troppo astratti e vaghi, questo attraverso anni di una psicoterapia che interviene anche sul corpo dei pazienti e di studio in un asilo sperimentale.
Quando si dice che una persona “somatizza” non si spiega cosa in realtà sia accaduto nel suo organismo. Era così necessario un vero e proprio salto concettuale ed epistemiologico che prendesse in considerazione l’unitarietà mente-corpo senza cadere in un olismo vago e al contempo riuscire a guardare il tutto e i dettagli. E’ in questa visione che nasce con Luciano Rispoli il Neo Funzionalismo nella scuola di Napoli, sin dagli anni 90.
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Ma come fare per prendere in considerazione tutte le numerose variabili costituite da parole, emozioni, pensieri, ma anche da movimenti, espressioni del viso, e posture, e, ancora, da attivazioni fisiologiche, sensazioni, neurovegetativo, neuroendocrino?

Questo salto sta nel concetto di FUNZIONE, unità molare del Sè. Non ci sono parti, ma Funzioni psicocorporee: emozioni e sentimenti, i movimenti, le posture e le espressioni del viso, gli apparati fisiologici interni (sensazioni, sistema neurovegetativo, sistema neuroendocrino, respirazione, tono muscolare), poi ancora l’immaginazione, i ricordi, i valori attribuiti al mondo, la razionalità. Niente è solo mentale o solo corporeo.

Il Sè (la globalità della persona) può essere visto allora come Organizzazione di tutte le funzioni della persona. Tutte le Funzioni sono presenti e INTEGRATE tra di loro sin dall’inizio e hanno la medesima importanza; in una concezione che non è più piramidale (con un mentale che controlla tutto gerarchicamente dall’alto), ma CIRCOLARE: tutti i piani Funzionali contribuiscono in modo paritetico all’organizzazione del Sè. Le Funzioni non sono parti o pezzi dell’organismo: ma è L’INTERA Globalità del Sè che si esprime in ogni Funzione. Ad esempio la funzione Movimento è il modo di essere in generale di tutti i movimenti della persona (rallentati, accelerati, morbidi, induriti..) E’ il modo di muoversi che ci fa capire come realmente funziona la persona e che sta sta esprimendo. E a differenza del concetto di parti, che porta sempre con sè quello di confine tra le parti e dunque anche di conflitto tra le parti, LA FUNZIONE NON ENTRA IN CONFLITTO con le altre Funzioni: l’emozione gioia ad esempio non entra in conflitto con i movimenti, con le posture, con il sistema neurovegetativo, con la razionalità o il simbolico. Il salto epistemiologico e teorico non sarebbe stato completo se non si fosse compreso anche come questo Sè si pone poi nel mondo, il suo modo di essere nella relazione con se stesso e con gli altri.

Come funziona veramente il Sè nel suo essere nell'ambiente? Quando una relazione produce effetti negativi o positivi? E’ sufficiente dire che un bambino è stato amato o non è stato amato abbastanza? Cosa è successo realmente?

La risposta a tutte queste domanda Luciano Rispoli la individua nei FUNZIONAMENTI DI FONDO, cioè qualcosa che è alla base, che è alla radice dei comportamenti, ma anche delle emozioni, dei pensieri, delle immaginazioni. Se poi guardiamo ai Funzionamenti di Fondo in età evolutiva, possiamo definirli in modo più chiaro come ESPERIENZE DI BASE DE Sè, ossia esperienza di vita reali che sono fondamentali per lo sviluppo e le potenzialità di vita del bambino.

Ogni esperienza di base è caratterizzata da determinate modalità delle Funzioni. Ad esempio la Vitalità e lo Slancio, sono costituiti da movimenti accelerati, respiro intenso, tono muscolare guizzante, piena attivazione fisiologica, immagini vivide, emozioni gioiose. Invece, nello Stare, cioè senza nulla da fare, il bambino si abbandona rilasciando il tono dei sui muscoli. I movimenti diventano morbidi e senza un senso preciso, gli occhi vagano, il respiro è calmo e diaframmatico, i pensieri sono tranquilli, c’è piena vagotonia. Ogni esperienza di base è caratterizzata da una precisa coloritura di tutte le Funzioni. Ci sono esperienze di base più ricettive e più attive, ma TUTTE SONO PRESENTI SIN DALL'INIZIO.

Attraversate più e più volte in modo pieno e positivo (con l’aiuto degli adulti) si consolidano e diventano vere e proprie CAPACITA’ di cui il bambino (e l’adulto) disporrà sempre, per affrontare in modo soddisfacente ogni situazione. Se, invece, ad esempio, un bambino è stato Tenuto Poco, questa esperienza sarà carente nella sua vita e la persona la ricercherà senza mai sentire di aver soddisfatto questo bisogno. Oppure, nell’esere tenuto, il bambino può aver avvertito insicurezza per un tocco ansioso o preoccupato e allora in questa Esperienza di base si insinueranno paura ed ansia e la persona riuscirà molto difficilmente a farsi “tenere”nella sua vita. Si possono dunque creare delle alterazioni. (Luciano Rispoli, 1994)

La Psicologia Funzionale è nata con l’obiettivo di chiarire la relazione mente-corpo, integrando i diversi approcci clinici, e per poter offrire, sulla base sperimentale, uno strumento operativo per intervenire nell’ambito clinico. La Psicologia Funzionale è, dunque, un modello teorico con le sue radici nelle psicoterapie corporee ed è basata sull’ascolto di sé e del proprio corpo come mezzo di sviluppo e crescita. E' un modo di lavorare che si distingue da quello della maggior parte degli altri modelli psicologici perché è esperienziale. L’obiettivo generale dell’intervento Funzionale è il riequilibrio del Sé che avviene tramite la mobilizzazione, la riarmonizzazione e l’integrazione delle Funzioni. Nella Psicoterapia Funzionale questo obiettivo è raggiunto mediante l’utilizzo di tecniche che sono collegate ognuna a determinate Esperienze di Base. La maggior parte di queste tecniche prevede un lavoro “psicocorporeo”, che permette al paziente di vivere una Esperienza di Base su tutti i piani del Sé (cognitivo, emotivo, fisiologico e posturale). Inoltre, una parte di queste tecniche prevedono il tocco attivo del terapeuta sul paziente che deve o agire in un certo modo, rispondendo al tocco “attivamente”, oppure ricevere il tocco “passivamente”. In terapia viene data, quindi, la possibilità al paziente di rivivere quelle Esperienze di Base non vissute in modo adeguato nella sua storia e che nella carenza hanno causato le alterazioni riportate o rilevate nella diagnosi. In questo modo le Funzioni alterate, coinvolte in queste Esperienze di Base, hanno la possibilità di integrarsi, riarmonizzarsi e di mobilizzarsi. Nell’applicazione di una tecnica il terapeuta indirizza il suo agire a far vivere al paziente l’Esperienza di Base su cui si vuole arrivare, in modo che l’intervento, agendo su più Funzioni contemporaneamente, le modifica, cercando di realizzare fino in fondo quella Esperienza preordinata. Il terapeuta dovrà essere ridondante, ripetere più volte le tecniche e le istruzioni, insistendo su quei suggerimenti che possono aiutare il paziente a modificare alcuni suoi funzionamenti, aggiustandoli praticamente nel corso dell’intervento e sostenendo con il Sé ausiliario quelli più carenti. “L’intervento Funzionale è la nuova frontiera della terapia e della prevenzione, una metodologia multifocale e innovativa, efficace perchè agisce sugli stati più profondi sia psichici che corporei, alla base stessa dei Funzionamenti degli essere umani.

Recuperando antiche esperienze fondamentali per la salute e benessere e ricreando l’armonia e l’integrazione dell’intera persona, è possibile puntare con successo a una vita più piena, intensa e gioiosa.” (L. Rispoli) Mente e corpo, viaggiano dunque INSIEME, integrati.

DI COSA MI OCCUPO

PSICOTERAPIA FUNZIONALE

INDIVIDUALE, COPPIA, FAMIGLIA, SPORTIVO, GRUPPO.
La psicoterapia funzionale è un'opportunità rivolta a tutti, al singolo, alla coppia, alla famiglia, allo sportivo e al gruppo. La possibilità per tutti di un percorso per prendersi cura della propria salute mentale, che va di pari passo con quella fisica, migliorando notevolmente la qualità totale della propria esistenza.
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Un aiuto a rimettere in ordine le emozioni, i pensieri, le sensazioni e i comportamenti, a ristabilire la propria capacità di autodeterminazione, autoefficacia, autocontrollo, così come ad allentare, a "lasciare", per ritrovare il proprio benessere, ritrovare o creare il proprio bagaglio di capacità. La vita del corpo è il sentire: sentirsi vivo, vibrante, buono, eccitato, arrabbiato, triste, gioioso, soddisfatto. È la mancanza di sentire o la confusione riguardo a questo aspetto che porta la gente in terapia. In diretta proporzione con l’allontanamento di una civiltà dalla natura e dalla vita del corpo, aumenta il bisogno di attività che lo mobilitano. Ma smuovere solo il corpo non basta. Le persone hanno bisogno di entrare in contatto con le tensioni che inibiscono la vita corporea. Si tratta dunque di un percorso adatto a tutti finalizzato alla crescita personale e a scoprire nel proprio corpo lo strumento per coltivare il benessere. Le emozioni sono avvenimenti corporei, letteralmente sono movimenti o moti interni del corpo che in genere sfociano in un’azione esterna. Il corpo rivela molto. Una persona è la somma delle sue esperienze di vita, ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo. L’atteggiamento di una persona verso la vita o il suo stile personale, si riflettono nel modo in cui si tiene, nel portamento e nel modo di muoversi.

"SIAMO IL NOSTRO CORPO.” (A. Lowen)

ANSIA, DEPRESSIONE, GESTIONE DELLE EMOZIONI, PROBLEMI DI AUTOSTIMA, STRESS, DIFFICOLTÀ RELAZIONALI
I disturbi trattati in psicoterapia possono avere a che fare con la gestione di emozioni difficili (come la rabbia, la tristezza), con sensazioni fisiche spiacevoli e dolorose anche stress-correlate (patologie del dolore cronico, cefalee, colite, gastrite), con pensieri persistenti (ossessioni, autocritica, scoraggiamento).
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I disturbi psicologici possono avere nella vita un impatto lieve o anche molto forte, andando a minare le relazioni sociali, l’efficacia lavorativa, la possibilità di realizzazione personale. L’impatto spesso correla con la messa in atto di comportamenti disfunzionali della persona, visibili anche all’esterno e spesso riportati come sintomatologia: abuso di sostanze, compulsioni, disturbi dell’alimentazione, riduzione della vita sociale, etc. Alcune di queste problematiche sono comunemente conosciute con il nome di ansia generalizzata, disturbo da attacchi di panico, depressione maggiore, distimia, disturbo ossessivo-compulsivo, bulimia, dipendenza. La psicoterapia aiuta la persona a comprendere l’origine dei suoi disturbi e ad ampliare le modalità comunicative, espressive e di risposta a situazioni problematiche nelle quali spesso si manifesta il sintomo. E' un percorso che inizia generalmente con uno o più colloqui diagnostici dove il terapeuta, individua la connessione tra la sintomatologia riportata, il contesto di vita presente e passato del paziente e le capacità (funzionamenti di fondo) che possono essere sviluppate per agire sul problema. Dopo la fase diagnostica inizia la fase di intervento: sulla base della motivazione, della gravità dei sintomi e delle risorse del paziente (interne ed esterne), la terapia può assumere diverse forme e svilupparsi su diverse tempistiche. Da qualche decina a circa un centinaio di sedute.

Dott.ssa Claudia Colombo

"Lo Specchio delle Emozioni"

I MIEI SERVIZI

La Tua PsyCoach
Il coaching one-to-one

è un processo in cui un coach lavora individualmente con una persona per aiutarla a raggiungere obiettivi specifici, sviluppare competenze o affrontare sfide personali e professionali. Questa modalità offre un supporto personalizzato e mirato, focalizzato sulle esigenze e sui obiettivi unici del cliente.

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"È supportare le persone perché facciano crescere se stesse e le proprie performance, chiariscano il loro scopo e la loro Visione, raggiungano i propri obiettivi e realizzino il proprio potenziale. COSCIENZA E RESPONSABILITÀ aumentano tramite indagine, esplorazione mirata e autorealizzazione.
Il Coaching si concentra sul presente e sul futuro, in un' alleanza completa tra Coach e assistito, e vede l'assistito come una persona integra (non "rotta" o bisognosa di essere aggiustata), ricca di risorse e capace di trovare le proprie risposte. Se desideri esplorare il tuo potenziale, raggiungere obiettivi significativi e ottenere supporto personalizzato, ti invito a prenotare una sessione di coaching one-to-one. Sarà un'opportunità per esplorare insieme il tuo percorso, sviluppare consapevolezza e lavorare verso il tuo benessere e successo.
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Risvegliati
Un allenamento per corpo, mente, anima ed emozioni. Esperienze multisensoriali per esprimersi in assoluta libertà, per trasformare lo stress in energia, per favorire la consapevolezza di sè, delle proprie capacità e dei propri talenti.
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"Quando l'energia si riattiva e riprende a fluire liberamente, si innescano immediatamente i naturali meccanismi di risveglio e guarigione del corpo". Tecniche funzionali, Ginnastica Dolce, Distensione Muscolare, Rilassamento e Visualizzazioni Creative, Respiro Consapevole, Ri-equilibrio Emozionale, Esercizi di yoga della risata.
L'incontro ha una durata di 2 ore e si necessità l'utilizzo di un tappetino, calzini anti scivolo e un plaid.
Numero minimo di partecipanti: 10
CondividiAMO
In un periodo storico in cui per "condividere" si intende soltanto "un click", cresce il bisogno di riconnetterci a quella che è la vera condivisione, fatta di sensazioni, di emozioni, di sguardi, mettendo in moto la persona nella sua interezza.
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Organizzato da "Aliah Associazione per il benessere psicofisico e sociale", il gruppo, indirizzato agli ADULTI. L'essere umano è un "animale da branco", ha bisogno di condividere con gli altri vissuti, emozioni, idee, progetti, si percepisce sempre insieme agli altri, anche quando sta da solo, attraverso ricordi, sensazioni, immagini. La vita è fatta di relazioni. Anche stare soli è piacevole, quando non è essere isolati.
Nell'OTTICA DEL FUNZIONALISMO Condividere è "APRIRSI", ma anche "PIACERE DELL'ALTRO" e "PIACERE ALL'ALTRO". Il piacere di "stare con" l'altra persona, il piacere della presenza dell'altro, senza fare o aspettarsi qualcosa, semplicemente ESSERCI, STARE, in totale assenza di compito. Ma condividere, stare insieme, è anche un piacere reciproco, base stessa della "seduzione", quella sana, quella che appartiene al bambino che mostra ai genitori il bel disegno fatto a scuola e aspetta segni di approvazione, è anche dunque MOSTRARSI, piacere all'altro. Sapere di poter piacere agli altri è la base del successo sociale, delle relazioni positive. Ma cosa accade quando le gratificazioni non arrivano? Quando non si viene apprezzati, VISTI? Nasce la vergogna o, all'accesso, l'esibizionismo, che non è più un piacere naturale, diventa una gabbia, ma l'unica modalità che magari il bambino conosce per farsi vedere. www.psicologiafunzionale.it
E' OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE tramite l'invio di una mail a:
aliahbenessere@gmail.com info: 345 6403352 - Quota di partecipazione per gli ESTERNI: 10,00 euro - Quota di partecipazione per i SOCI: 5,00 euro Numero di posti limitato: MAX 15 persone **Occorre portare un TAPPETINO, un PLAID E INDOSSARE DEI CALZINI ANTISCIVOLO**
Perchè il gruppo?
La terapia di gruppo Funzionale può essere affrontata come un elemento complementare alla terapia individuale oppure come terapia a sè stante (Rispoli, 1994). Alcune attività esperienziali possono essere vissute solo all'interno della realtà di gruppo.
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Se la terapia di gruppo viene affrontata in modo complementare alla terapia individuale, si lavora su Esperienze di Base che possano essere utilizzate anche nella terapia individuale. Nel Gruppo di Terapia Funzionale ogni partecipante lavora sulle stesse Esperienze di Base e ciò permette ai membri di sentirsi uniti nella stessa dimensione. Il cambiamento quindi passa attraverso il lavoro che ognuno poi svolge sull’Esperienza. Il gruppo viene inteso come un unico organismo, con processi e sotto-piani propri (Rispoli, 2004). Ugualmente si avrà: Un piano cognitivo del gruppo, in cui ritroviamo ragionamenti, fantasie, ricordi, associazioni, e attraverso il lavoro in gruppo si arriva alla consapevolezza e cambiamento. Un piano posturale, come il gruppo si dispone nello spazio, come vengono eseguiti i movimenti e con quale velocità Un piano fisiologico, quali risposte di calma o agitazione si presentano, se si tratta di un gruppo rumoroso o silenzioso. Manifestazioni di ipertrofie, sclerotizzazioni e sconnessioni tra i vari piani, come evoluzione del gruppo. Alcuni esempi di Esperienze di Base che possono essere affrontate all’interno della realtà di gruppo sono il Percepire, la Fiducia, l’Alleanza, la Condivisione, la Consistenza e il Contatto Attivo. Compito del terapeuta è guidare il gruppo nell’esperienza.
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Essere curiosi non basta. LO STUPORE oltre la Curiosità
Qual è la differenza fra lo stupore e la curiosità? Perchè una differenza c’è, l’avrete notato. La curiosità segna l’inizio della mente. Lo stupore ne segna la fine. I bambini cominciano a essere curiosi quando riconoscono le cose. Fanno molte domande: “Papà, che cos’è questo? Dov’è andata la farfalla? Che cosa fa il fiore, come è nato?“.
Continua..
La CURIOSITA’ coincide con l’inizio dei processi intellettivi. “Dove vanno le nuvole?”, chiedono i bambini. Sono curiosi di tutto. Non appena ottengono una risposta, hanno già un’altra domanda pronta, e alla risposta successiva arriverà un’ulteriore domanda! A volte i genitori sono così esasperati che domandano loro di stare zitti. I bambini sono particolarmente curiosi fra i tre e i sei anni. Qualsiasi aspetto li incuriosisce. Ma la curiosità persiste anche negli anni successivi. Crescendo, i bimbi continuano a essere curiosi e intanto diventano più grandi. Durante l’adolescenza sviluppano nuove curiosità, poi, superata una certa età, la curiosità si ferma. L’inerzia prende piede e si diventa pigri, ottusi, disinteressati a qualsiasi cosa. Ad un certo punto, il disinteresse nei confronti della vita e del mondo, scalza la curiosità. Se la curiosità genera la scienza, lo stupore genera spiritualità. Il primo elemento necessario per la scienza è la curiosità, che lavora all’interno della mente. Lo stupore, invece è un’esclamazione che emerge dal cuore: “Ohh!”. E’ così che si manifesta. Ma se decidete di cimentarvi in un qualche esercizio spirituale per pura curiosità, non arriverete da nessuna parte. Non otterrete nulla. Molte persone partecipano a corsi su corsi per pura curiosità, per vedere che cosa succede. Se siete soltanto curiosi, il mio suggerimento è quello di ATTENDERE. Meglio aspettare, perchè, a poco a poco, la curiosità svanisce: non è in grado di resistere alla sfida del tempo e, molto presto, darete per scontato ciò di cui eravate curiosi. Quando ciò che vi incuriosisce è il fenomeno della nascita di un fiore da un seme, le striature verdi e marroni di una foglia, i colori della natura…allora la curiosità è diventata stupore. L’intero Universo è misurato dai nostri sensi. Ciascun senso ci dà un’idea dell’Universo. Misuriamo l’Universo con i sensi. Il che significa che tutto è relativo. Se mangiate un dolce e poi bevete del latte, un thè o un caffè, vi sembrerà che in questi ultimi non ci sia zucchero. Ecco il significato nella parola “comprendere“: l’intero universo e l’essenza di tutte le esperienze sensoriali SONO PRESENTI IN UNA CERTA MISURA DENTRO DI NOI. E questo ci permette di percepire l’Universo attraverso i sensi! C’è in noi una piccola quantità di Suono ed è grazie a questa che possiamo sentire gli altri suoni. Non siamo in grado di udire alcun suono che si trovi al di sotto della soglia presente in noi. Ciò che si trova al di sotto prende il nome di “ultrasuoni” o di “frequenza impercettibile”. Allo stesso modo, i nostri occhi hanno in sè una certa quantità di luce. Se una luce non raggiunge quel determinato livello, non possiamo vederla. Questo spiega come mai un gatto o un gufo riescano a vedere laddove noi percepiamo soltanto il buio. Dunque, dentro di noi esiste una piccola quantità di ciascun elemento. Ecco perchè in inglese “capire” si dice ” Understand” (stare al di sotto): possiamo percepire uno stimolo sensoriale solo quando la nostra soglia percettiva è inferiore all'intensità di questo stimolo. Se siete curiosi e riuscite a SUPERARE la curiosità, questa si trasformerà in stupore. Questa è l’autentica crescita spirituale. Tutti i profeti, TUTTI, avevano una mente molto scientifica, intendo dire che la scienza non si trova affatto al di fuori della sfera spirituale, bensì la completa. La maturità della scienza consiste proprio nella conoscenza spirituale. Ciò non vuol dire che tutti dovrebbero essere degli scienziati, ma che la mente sviluppa queste capacità in modo del tutto naturale. Perchè PIU’ SI SA E PIU’ SI SORPRENDE: le stelle, i fiori, la luna, il sole, le galassie, gli atomi, le particelle subatomiche e tutti gli elementi e le creature che esistono e poi l’infinito che si trova ovunque, in ogni direzione. La curiosità espande la capacità di comprensione, lo stupore la completa. Perciò essere curiosi NON BASTA. Chi è in grado di vedere realmente l’universo ha superato la curiosità . La curiosità non è nulla di speciale, anche le scimmie ne sono dotate. Se per tutta la vita non sviluppiamo altro che semplice curiosità, forse non ci siamo particolarmente evoluti. Ora, provate a guardare il mondo con semplice curiosità e poi tornate a guardarlo al di là della curiosità.
Che cosa vedete? (SRI SRI RAVI SHANKAR)
LASCIA CHE LE COSE ACCADANO
Dobbiamo imparare a lasciare andare, perché ogni cosa avviene a suo tempo. Non hai bisogno di ulteriori motivazioni. Non hai bisogno di essere ispirato ad agire. Non hai bisogno di leggere nessun’altra lista o post che ti ricordi che non stai facendo abbastanza. Ci comportiamo come se, leggendo abbastanza articoli e citazioni , improvvisamente un piccolo interruttore nel nostro cervello ci mettesse in moto.
Continua..
Ma, onestamente, ecco una cosa di cui nessuno parla mai in fatto di successo, motivazione, forza di volontà, obiettivi, produttività e tutte quelle parolone che negli ultimi tempi sono diventate popolari: sei come sei, fino a quando non lo sei più. Cambi quando vuoi cambiare. Metti in pratica le tue idee nel momento migliore. È proprio così che succede. E ciò di cui ritengo tutti noi abbiamo bisogno, più di qualsiasi altra cosa, è questo: il permesso di essere in ogni momento quel che siamo. Non sei un robot. Non puoi semplicemente tirare fuori dal cilindro la motivazione quando non ce l’hai. Qualche volta attraversi un periodo particolare. Qualche volta la vita si è manifestata. Vita! Te ne ricordi? Certo, ti insegna delle cose e qualche volta ti fa percorrere la strada più difficile affinché tu possa apprendere le lezioni più importanti. Ma non puoi avere il controllo su tutto. Puoi svegliarti ogni giorno alle 5 del mattino fino a quando non sarai stanco ed esaurito, ma se le parole o il disegno o le idee non hanno intenzione di concretizzarsi, non lo faranno. Puoi iniziare ogni nuovo giorno con le migliori intenzioni, ma se non è il momento giusto, non è il momento giusto e basta.let-it-be Devi concederti il permesso di essere un essere umano. Qualche volta il racconto non è pronto per essere scritto perché non hai ancora avuto l’ispirazione per il tuo personaggio principale. Qualche volta hai bisogno di due anni di esperienza in più prima di poter trasformare il tuo capolavoro in qualcosa che agli altri sembrerà reale, vero e concreto. Qualche volta non ti innamori perché qualsiasi cosa tu debba apprendere riguardo a te stesso può essere imparata solamente attraverso la solitudine. Qualche volta non hai ancora incontrato il collaboratore decisivo. Qualche volta la tristezza sembra avvolgerti perché, un giorno, diventerà la base sulla quale costruire la tua vita. Lo sappiamo tutti: la nostra esperienza non potrà mai essere manipolata. Eppure non ci comportiamo come se conoscessimo questa verità. Siamo così duramente impegnati nel tentare di manipolare e controllare le nostre vite da far diventare la creatività un gioco a cui è obbligatorio vincere, da cercare una scorciatoia per il successo perché gli altri l’hanno fatto, e da metabolizzare le emozioni e le incertezze come se queste fossero dei percorsi lineari. Non puoi governare il sistema della tua vita. Semplicemente non puoi. Non puoi riuscire a controllare ogni possibile esito o aspetto in modo da non cedere mai all’incertezza e all’imprevedibilità legate a qualcosa che esula dalla tua comprensione. È il fondamento della presenza: mostrarti come sei in questo momento, e fare in modo di accontentartene. Tuttavia non ci comportiamo in un modo che supporti questo stile di vita. Riempiamo ogni nostro minuto con strumenti per la produttività e leggiamo liste dei 30 motivi per cui è meglio escludere i naturali impulsi umani. Spesso ci dimentichiamo che siamo come siamo, finché non lo siamo più. Rimaniamo uguali fino a quando non cambiamo. Possiamo compiere piccoli passi in avanti adottando abitudini salutari e atteggiamenti di vita che incoraggino la crescita, ma non possiamo barare sulle tempistiche. Il tempo è una cosa alla quale spesso dimentichiamo di rassegnarci. Le cose appaiono oscure fino a quando non lo sono più. La maggior parte della nostra infelicità deriva dalla convinzione che le nostre vite dovrebbero essere diverse da ciò che sono. Crediamo di avere il controllo – e l’avversione e il disprezzo che proviamo per noi stessi scaturiscono dall’idea che dovremmo essere in grado di cambiare la situazione, che dovremmo essere più ricchi o più attraenti o migliori o più felici. Anche se l’autoresponsabilizzarsi permette di crescere personalmente, spesso può portare a questo scontento e amarezza che nessuno di noi ha bisogno di portare con sé. Dobbiamo impegnarci al massimo e poi concederci il permesso di lasciare che accada quel che accada – senza sentirci legati tanto direttamente e vulnerabilmente ai risultati. Le opportunità spesso non si presentano nei modi che ipotizziamo. Non hai bisogno di ulteriori motivazioni o ispirazioni per creare la vita che vuoi. Hai bisogno di provare meno vergogna per l’idea che non stai facendo del tuo meglio. Devi smettere di ascoltare persone che si trovano in circostanze e momenti della vita completamente diversi dai tuoi, e che ti dicono che semplicemente non stai facendo abbastanza o che non sei abbastanza. Devi lasciare che il tempo faccia il suo dovere. Devi considerare le barriere come delle lezioni. Devi comprendere che ciò hai ora potrà diventare ispirazione poi. Devi renderti conto che chiunque tu sia adesso diverrà la tua identità in futuro. Qualche volta non siamo ancora le persone che avremmo bisogno di essere per riuscire a contenere tutti i nostri desideri. Qualche volta dobbiamo lasciarci evolvere fino a quando non riusciremo a far emergere ciò che vogliamo. Diciamo che qualunque sia la cosa che desideri, la vuoi abbastanza. Così tanto da distruggerti per riuscire a ottenerla. Che ne dici di darti una calmata? Forse il problema non è la motivazione, ma semplicemente il fatto che continui a cercare di far rotolare un masso su per una montagna che più spingi e più diventa alta. Dentro di noi c’è qualcosa di magico che lavora in modi che non riusciamo a comprendere. E che non riusciamo a manipolare. Le liste non servono a niente. Non ne abbiamo il controllo. Dobbiamo semplicemente lasciare che le cose facciano il loro corso, fare un momentaneo passo indietro, smettere di maltrattarci sino ad annullarci, e lasciare invece che gli ingranaggi girino, perché lo faranno. Un giorno o l’altro, questo momento avrà un senso. Abbi fede in questo.
Concediti il permesso di averne fede. (Jamie Varon)
Funzionalismo – Effetti della psicoterapia e della terapia antistress funzionali
Le Funzioni e la loro integrazione Il “Sé”, la globalità della persona, può essere visto come organizzazione di tutte le Funzioni della vita: i ricordi, il simbolico, le fantasie, le immagini, la progettualità, il tempo, la razionalità; ma anche le emozioni; ed anche i movimenti, le posture, la forma del corpo; nonché le sensazioni, la tensione muscolare, il sistema respiratorio; e ancora il sistema neurologico, il sistema neurovegetativo, il sistema immunitario.
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In questo quadro, quindi, non si può più affermare che Funzioni cognitive (come il simbolico, le fantasie, la razionalità) sono più importanti di tutte le altre e che sono in grado di influire su tutte le altre come in una configurazione a piramide, ma sono Funzioni che fanno parte alla pari di tutte le altre di un sistema complesso, in una configurazione che è piuttosto di tipo circolare. Inoltre, le Funzioni non sono parti, “pezzi” dell’organismo; con esse non si corre il rischio di parcellizzare l’unitarietà della persona. E’ l’intero Sé che si esprime ogni volta in tutte le sue Funzioni. Oggi è con chiarezza accertata l’interconnessione di tutti questi sistemi tra di loro, compresi i sistemi più studiati recentemente: neuroendocrini e neurofisiologici. Ed è accertato che carenze negli antichi rapporti di affetto con i genitori hanno effetti neuroendocrini significativi che si manifestano anche a distanza, anche quando si è adulti: ad esempio nelle reazioni ad eventi stressanti (Weiss 1993). Gli stessi circuiti cerebrali si sviluppano con modalità che dipendono dal funzionamento psico-corporeo (più in generale Funzionale) del soggetto. Le esperienze psico-corporee possono consolidare connessioni neuronali esistenti, indurre nuove sinapsi, influenzare persino la guaina dei neuroni aumentando la velocità di conduzione dei segnali elettrici (Siegel 1999). 1. Movimenti alterati I Movimenti (la Funzione Movimento più in generale) possono diventare cronicamente accelerati e veloci, senza pausa e a scatti, quando il bambino non viene aiutato a conservare la calma, la capacità di fermarsi, di sentire ciò che sta vivendo, di gustarlo in pieno. Molti bambini oggi soffrono di irrequietezza motoria (nella scuola gli insegnanti lo sanno bene); e questo perché vengono sollecitati esageratamene: da giocattoli sempre più rumorosi, luminosi, in movimento, o da videogiochi che richiedono velocità e movimenti piccoli e continui, o da film sempre più frenetici ed esplosivi. Ma ciò accade anche perché li si stimola continuamente, con un giocattolo dopo l’altro, con frenetiche attività extrascolastiche, con un bombardamento continuo di immagini e suoni. I Movimenti del bambino diventano, dunque, tendenzialmente frenetici e continui, anche nei momenti in cui non è assolutamente più necessario che lo siano. A scuola, i bambini irrequieti non riescono a stare fermi seduti nel banco neanche cinque minuti: si alzano e si muovono continuamente. Questa alterazione della Funzione Movimento ha conseguenze molto serie sulla vita del bambino e sulle altre Funzioni del Sé: sulle sue capacità cognitive e immaginative che diventano più scarse, sulle emozioni che tendono ad essere più confuse, con una maggiore difficoltà nell’autostima, e con un senso generale di ansia e di agitazione. 2. L’ansia e il sistema neurovegetativo Se una persona sta continuamente in ansia, per fare un altro esempio, certamente avrà la tendenza ad una simpaticotonia cronica. Ciò vuol dire che il sistema Nervoso Autonomo (Neurovegetativo) resta bloccato prevalentemente sul livello dell’allarme e che tutti gli organi interni innervati da tale sistema si comporteranno come se ci fosse un pericolo, anche se il pericolo non c’è. La pressione del sangue sale, i vasi sanguigni si contraggono per portare sangue al cervello, la frequenza cardiaca aumenta, la digestione e il movimento intestinale si fermano per permettere alla persona di agire tempestivamente nel pericolo, e così via. Non basta dire alla persona di calmarsi perché la simpaticotonia diventa un meccanismo che non è più controllabile con la volontà, che non si può modificare nemmeno inducendo emozioni positive o riaprendo i ricordi ed elaborando i vissuti di paura. L’unica possibilità è agire anche direttamente sul sistema Neurovegetativo, intervenendo su alcune delle Funzioni “corporee” (ma nessuna Funzione è solo corporea) quali la Respirazione (il più importante regolatore dei sistemi autonomi del nostro organismo), il Tono muscolare profondo, le Posture. Ripristinando un respiro diaframmatico profondo e spontaneo si può combattere molto efficacemente l’ansia cronica. Ma anche “aprire” posture chiuse ed accartocciate, o ammorbidire la cronica durezza della muscolatura aiuta molto a ritrovare la calma e la serenità. Gli effetti della terapia Funzionale La vagotonia (la calma) Al diaframma sono collegate le più importanti terminazioni del sistema nervoso autonomo (neurovegetativo). E dunque, dando di nuovo mobilità al diaframma si agisce direttamente sul neurovegetativo ripristinando una condizione di vagotonia, vale a dire di calma, di non allarme, di benessere. L’organismo non deve più rispondere a sollecitazioni urgenti, può smettere di attivarsi e godersi la tranquillità. Influenza sul recupero della vagotonia ce l’ha anche la particolare modalità della respirazione diaframmatica profonda: oltre a muovere il diaframma, tende a farlo rilasciare in espirazione, e a far rilasciare tutto l’organismo. Durante la espirazione (più breve dell’inspirazione) c’è un aumento e consolidamento della vagotonia, che continua anche nella pausa di “riposo” (abbastanza lunga) post-espiratoria. Battito del cuore Il battito del cuore tende a diminuire (in collegamento con la vagotonia) perché nella calma e nell’allentamento c’è meno bisogno di sangue al cervello e ai muscoli, c’è meno necessità di agire con rapidità e di essere totalmente lucidi e concentrati. E con il rallentamento del battito cardiaco aumentano sensazioni di calma piacevole. Pressione del sangue Anche la pressione del sangue diminuisce, perché non è più indispensabile la vasocostrizione periferica (che facilitava l’afflusso del sangue verso i centri vitali ed il cervello) e si può instaurare una piacevole vasodilatazione periferica. C’è un senso di scorrimento del sangue, dei fluidi, verso le braccia e mani, e verso gambe e piedi. Immobilità, Lasciare, Stare, Pause di rigenerazione Dopo un trattamento Funzionale il corpo della persona finalmente perde attivazione. Non ci sono più movimenti, gli occhi restano tranquillamente chiusi, senza sforzo, e anche i piccoli continui movimenti delle palpebre si fermano completamente. La persona lascia, smette di attivare la muscolatura, smette di attivarsi. In quei momenti non c’è altro scopo che stare lì e godersi questo stato di benessere. Il poter stare tranquillamente, senza dover fare per forza qualcosa, è oggi molto difficile, specie in una società che è tutto uno stimolo a fare, agire, muoversi. Invece, dopo un buon trattamento Funzionale antistress, la persona riesce finalmente a godersi un momento di grande tranquillità, senza altro scopo: solo starsene lì a sentire le sensazioni intensamente piacevoli. Queste pause nel continuo quotidiano attivarsi sono molto preziose, perché permettono all’intero organismo (mente-corpo) di rigenerarsi, di recuperare energia, di riprendere slancio e vitalità. Pensieri galleggianti Nel disattivarsi, nel lasciare, anche il modo di pensare finisce per cambiare completamente. Il frenetico continuo macinare pensieri si arresta. I pensieri scompaiono quasi, o comunque sono “fisiologici”; non richiamano più attenzione e vigilanza, sembrano galleggiare nell’aria, oppure scorrono giù dalla testa come liquido. Questi pensieri non creano concentrazione, e non riguardano compiti e problemi da affrontare. Sono quasi delle sensazioni, delle immagini, ma in ogni caso immagini sfumate e fluttuanti. Le mani si asciugano Altro effetto del ripristino di una buona vagotonia è dato dall’asciugarsi delle mani. Viene annullata l’attivazione tipica di una condizione di stress, e dunque anche il sudore delle mani diminuisce o scompare del tutto. Ricordiamo che il sudore ha lo scopo di mettere l’organismo in grado di perdere più calore quando sta in stress (e può essere sottoposto a sforzo muscolare nel correre o lottare o realizzare sforzi improvvisi e notevoli). Ma quando si sta in uno stato di stress cronico l’attivarsi dell’organismo, e così il sudore delle mani, permangono anche se non c’è più un vero stimolo stressante esterno, anche se non c’è più un pericolo o un ostacolo da superare in tempi brevi. Fame fisiologica Una respirazione diaframmatica migliora un metabolismo non efficace, riapre sensazioni chiuse di sazietà o di appetito, ripristina il collegamento tra sensazioni dello stomaco e i centri nervosi della fame, fa ritrovare la calma e diminuisce i tipici attacchi di fame ingiustificati e compensatori. Tutto questo fa riemergere qualcosa di molto importante: la vera fame fisiologica, la necessità reale di mangiare. Dopo una seduta in cui si raggiunge un livello abbastanza profondo di respiro diaframmatico e di buon funzionamento, quasi sempre la persona sente questo appetito fisiologico, molto chiaro e molto piacevole anche. Ed è oramai verificato che mangiare in questa condizione è assolutamente salutare, è una risposta più che giustificata ad una vera necessità, e non fa aumentare di peso neanche di un grammo. I gorgoglii stomaco e intestino Con il recupero della vagotonia, del meccanismo tipico della calma, di un buon funzionamento, possono riprendere i movimenti tipici dell’apparato gastroenterico. Si possono ascoltare dei gorgoglii di svuotamento dello stomaco che rimette in moto e cerca di portare a termine felicemente la digestione; così come si evidenziano anche gorgoglii dovuti al movimento della peristalsi nel colon (specie premendo la curva prima del tratto discendente), che riprende con un andamento più sano e normale, eliminando quel senso di gonfiore, dolenzìa e pesantezza. Sbadigli Un altro segno molto evidente di recupero del funzionamento sano sono gli sbadigli. Lo sbadiglio è un respiro diaframmatico profondo, intensissimo, pieno e incoercibile. Avviene a bocca spalancata proprio per questo motivo, e anche perché ha l’ulteriore effetto di allentare i muscoli della mascella, spesso tesi e contratti nello sforzo di controllare, stare attenti, trattenere. L’effetto è proprio quello di una intensa respirazione diaframmatica, con la vagotonia e tutto ciò che la respirazione diaframmatica produce. Lo sbadiglio è un funzionamento sano e fisiologico, e dovrebbe prodursi tutte le volte che l’organismo deve passare da uno stato di attivazione e vigilanza ad uno stato di allentamento. Ecco perché lo sbadiglio viene quando si ha sonno (e ci si avvia a sospendere le attività della veglia), quando si ha fame (e dunque si smette di lavorare o di concentrarsi), quando ci si annoia (e dunque si ritira la propria attenzione). Gli effetti della terapia Funzionale su neurotrasmettutori ed ormoni Dopamina I processi emozionali del piacere e della ricompensa sono regolati dalla dopamina al pari delle gratificazioni conseguenti al mangiare, al bere, al riprodursi, al successo nella lotta e nella competizione. Con la terapia Funzionale riaumentano i livelli troppo bassi di dopamina, e ritornano le sensazioni intense di piacere, di desiderio di fare, di gratificazione per le cose fatte. Serotonina La serotonina è implicata nella regolazione di sonno, umore, appetito, sessualità. Coinvolta in depressione, disturbo bipolare, ansia, emicrania. La serotonina è importante per dormire bene, per la regolazione del nostro orologio interno, per la regolazione della temperatura corporea, per la contrazione della muscolatura liscia dei vasi, dell’intestino, dei bronchi, dell’utero e della vescica, nella regolazione dell’automatismo intestinale, nella modificazione della pressione arteriosa. Interviene nei processi allergici e infiammatori. Il trattamento Funzionale ripristina sempre i livelli normali di serotonina, tanto è vero che uno dei primi effetti che si producono è il ripristinarsi dell’andamento del sonno. Ma è vero anche che nel tempo stesso di una seduta è possibile risolvere completamente una crisi di cefalea o di emicrania. Di sicuro in questi casi il trattamento Funzionale agisce sulla serotonina, anche se agisce su altri importanti fattori che sono alla base di cefalee ed emicranie, come la tensione dei muscoli del collo e delle spalle, la regolazione del deflusso del sangue, la diminuzione della pressione arteriosa, l’invertire il meccanismo patologico di portare e trattenere tutto verso l’alto. Adrenalina L’adrenalina è implicata in modo molto evidente nella condizione di stress, portando l’intero organismo ad attivarsi ed essere in grado di affrontare un pericolo, di portare un attacco, di risolvere un problema impellente, di realizzare una fuga rapida, di fare sforzi fisici improvvisi e intensi. Livelli di adrenalina alta possono però permanere in persone che soffrono di stress cronico, determinando squilibri molto pericolosi nei funzionamenti dei sistemi fisiologici interni (cardiovascolare, pressorio, gastroenterico…). Il trattamento Funzionale abbassa sempre i livelli eccessivi di adrenalina, invertendo il meccanismo dello stress cronico, e portando finalmente l’organismo a disattivarsi in assenza di stimoli stressanti da affrontare. Noradrenalina La noradrenalina insieme all’adrenalina provoca la risposta dell’organismo a eventi da affrontare con immediatezza ed energia, attivando il sistema nervoso simpatico, per aumentare il battito cardiaco, rilasciare energia sotto forma di glucosio dal glicogeno, e aumentare il tono muscolare. La noradrenalina “setta” i livelli di energia del nostro corpo. Senza noradrenalina nel cervello, ci si sentirà sempre stanchi. La noradrenalina viene dunque anch’essa sicuramente influenzata dal trattamento Funzionale: livelli troppo bassi riaumentano eliminando quelle sensazioni di stanchezza cronica così diffuse in persone che soffrono di stress cronico, ma livelli troppo alti vengono abbassati per rimettere l’organismo in grado di riattivarsi solo quando sarà necessario. Endorfine Oggi sappiamo quanto sia importante la presenza delle endorfine nelle strutture del sistema libico, e questo spiega la loro grande influenza sui comportamenti e sulla risonanza psichica delle emozioni. Oggi conosciamo anche il potente ruolo che esse hanno nell’abolizione del dolore. Le endorfine aumentano nettamente alla fine della seduta di terapia Funzionale, producendo una sensazione molto intensa di allentamento del dolore, di piacevolezza delle sensazioni, di benessere di tutto il corpo; alla pari anzi molto di più di quanto possono produrre droghe morfino-simili o oppiacei.
Luciano Rispoli Dott. Luciano Rispoli
Psicoterapia Funzionale. Cum-tactum: Sentire Insieme
Il tatto è stato descritto come il più importante organo di senso per entrare in contatto con il mondo esterno. Senza di esso la vita è pressoché impossibile (Barnett, 1972). Il Contatto è un’esperienza che si sviluppa nell’interazione reciproca tra due sistemi del Sé attraverso più livelli e più Funzioni; esso rende possibile un toccare insieme (cum-tactum), sentire dentro e percepire intima vicinanza con l’altro (empatia).
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Il toccare è più di una stimolazione sensoriale: il toccare è comunicare con l’altro e diversi tipi di tocco possono trasmettere diverse emozioni (Hertenstein, 2002). Se una persona è nervosa,o serena, oppure triste, lo si percepirà dal suo tono di voce, dalla sua espressione del viso, ma anche dal modo di essere toccati da lei. Il tocco assume, proprio come la voce, significati diversi sulla base delle sue caratteristiche (intensità o pressione, dove si è toccati, velocità, costanza e prevedibilità, temperatura, durata del contatto, ampiezza dell’area toccata, etc). La combinazione di queste caratteristiche dà origine a moltissimi modi di toccare, ma solo alcuni riescono a suscitare in modo univoco determinate emozioni ed Esperienze. Il tocco, nella sua complessità, è un linguaggio universale, e in quanto tale può essere codificato, e, quindi, descritto nelle sue componenti, e decodificato, vale a dire può assumere un significato. Esso diventa tanto più importante quanto più gli altri mezzi comunicativi (il parlare, la vista, l’udito…) sono compromessi, non sviluppati o non conosciuti e, quindi, un modo fondamentale e insostituibile per entrare in relazione col neonato, coi bambini con disturbi dello spettro autistico, con gli anziani dementi, con i malati. Il Tocco è fondamentale anche nella coppia, per sviluppare l’empatia e la comprensione profonda dell’altro.
SCOPRI DI PIU’ SULLA PSICOTERAPIA FUNZIONALE download Barnett, K. (1972). A theoretical construct of the concepts of touch as they relate to nursing. Nursing Research, 21, 102-110. Hertenstein, M.J. (2002). Touch: its comunicative functions in infancy. Human Development, 45, 70-94. Rizzi, G., Rizzi, L., Casetta, L. (2011).
Il Tocco MassaggioFunzionale Integrato. Padova : Upsel Domeneghini. Fonte PsicoterapiaFunzionale.it

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Claudia Colombo
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
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